Il 26 ottobre 2020 un importante quotidiano nazionale riportava la storia di una donna costretta dal suo compagno a firmare con il sangue un contratto, con il quale ella acconsentiva a sottomettersi completamente all’uomo e lo riconosceva come il “capo” del suo corpo e della sua mente.
A seguito della sottoscrizione, la vittima ha subito violenze fisiche, psicologiche, sociali ed economiche per molti anni, senza trovare il coraggio di denunciare il marito, anche a causa delle minacce di quest’ultimo, che vantava conoscenze nei servizi segreti e nelle forze dell’ordine.
Durante il lockdown, analogamente a molti altri casi, anche in questa situazione la violenza si è inasprita e la brutalità si è esasperata, fino ad arrivare all’uso delle armi.
Il 24 aprile 2020, la paura di essere uccisa ha indotto la vittima a rivolgersi alle autorità. Il coniuge è stato poi condannato a tre anni e sei mesi di reclusione.
La descrizione è stata redatta dalla studentessa Federica Marino.