Con il caso Tölle c. Croazia, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che, nel bilanciamento tra la tutela dell’onore e della reputazione e la libertà di manifestazione del pensiero, prevale quest’ultima soprattutto quando oggetto di dibattito è il fenomeno della violenza contro le donne.
In particolare, la ricorrente, presidente di un’associazione impegnata nel fornire sostegno alle donne vittime di violenza, era stata condannata ad una pena pecuniaria (di circa 70 euro) per aver formulato accuse nei confronti di un uomo per aver ripetutamente abusato della propria moglie.
L’uomo, in un’intervista ad un quotidiano locale, aveva ascritto alla associazione una responsabilità diretta nella scelta della propria moglie di recarsi all’estero con la figlia. Nell’ambito di un programma radiofonico di poco successivo, la ricorrente aveva invece respinto le accuse formulando viceversa accuse nei confronti dell’uomo maltrattante, il quale poi decideva denunciare la conduttrice del programma.
A commento di questa pronuncia, in questo Osservatorio, si veda il contributo della dott.ssa Nardocci.