TAR Trento, sez. I, n. 165 del 2019

Osta all’accoglimento dell’istanza di rinnovo del permesso di soggiorno l’aver riportato condanne per il reato di maltrattamenti familiari. Nel caso di specie, un cittadino egiziano, legalmente residente in Italia dal 2004, nel 2018 presentava istanza di rinnovo, ma questa veniva negata dal momento che nel 2016 egli era stato condannato ad 1 anno e 8 mesi di reclusione per il reato di maltrattamenti.

Avverso il diniego fornito dalla Questura di Trento viene proposto ricorso al TAR, il quale si determina nel senso del rigetto e afferma quanto segue. «La commissione di reati (nei quali si annovera quello in considerazione) incompatibili con i principi costituzionali che “impongono alla Repubblica di garantire i diritti inviolabili di ogni persona sia come singolo che nelle formazioni sociali – come il nucleo familiare in esame – in cui si svolge la propria personalità con particolare riguardo nella fattispecie considerata a precetti costituzionali che impongono la tutela della vita , dell’integrità fisica della parità e della libertà della donna” (sentenza Consiglio di Stato sez. III, 29.11.1019, n. 8175), esclude la valorizzazione delle circostanze e dei vincoli familiari evidenziati dal ricorrente, e ne esclude la portata di elisione del giudizio negativo».