Nel caso J.L. c. Italia, la Corte Edu ha riscontrato una violazione del diritto al rispetto della vita privata (art. 8 CEDU).
Il caso riguardava un procedimento penale contro sette uomini che erano stati accusati di stupro di gruppo dalla ricorrente e successivamente assolti dai tribunali italiani. Dinanzi alla Corte europea, la ricorrente lamentava che le autorità italiane non avevano tutelato il suo diritto al rispetto della sua vita privata e la sua integrità fisica nel quadro del procedimento penale condotto a seguito della sua denuncia.
La Corte ha sottolineato che le autorità giudiziarie dovrebbero evitare di riprodurre stereotipi sessisti nelle loro decisioni giudiziarie, riducendo al minimo la violenza di genere ed esponendo le donne alla vittimizzazione secondaria, formulando commenti che inducono colpevolezza e moralizzanti suscettibili di danneggiare la fiducia delle vittime nel sistema giudiziario.
Riportiamo qui di seguito il link per leggere la pronuncia https://hudoc.echr.coe.int/eng#{%22itemid%22:[%22001-210299%22]} e in allegato la traduzione non ufficiale in italiano.