Con la sentenza 3668 del 2017, la Corte di Cassazione dichiarava inammissibile il ricorso presentato dal difensore dell’imputato, condannato per il reato di violenza sessuale di cui all’art. 609 bis c.p., aggravato ai sensi dell’art. 61, comma 5 c.p.
La vittima del reato era infatti una donna disabile ed è proprio in relazione a tale disabilità che vengono presentati i due motivi del ricorso: il primo relativo ad una presunta violazione delle disposizioni processuali relative alla valutazione delle prove, e nello specifico all’attendibilità delle dichiarazioni della donna (dichiarata sussistente), mentre il secondo motivo deduceva il vizio della motivazione in ordine all’integrazione dell’elemento soggettivo del reato.
Viene lamentata la mancata considerazione dell’impossibilità per l’imputato di configurarsi il mancato consenso della vittima al momento della consumazione del reato in esame.
La descrizione è stata redatta dalla studentessa Sara Di Giovanni.