Cass. pen., sez. III, 19/02/2020, n. 10596

Con la presente pronuncia la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso proposto da una parte avverso la decisione della Corte di Appello di Palermo, la quale confermava la dichiarazione penale di responsabilità dell’imputato per i reati di violenza sessuale, aggravati dall’uso di sostanze alcoliche e stupefacenti e di sottrazione consensuale di minorenni.

Nel caso di specie però, stando a quanto evidenziato dalla sentenza della Corte d’Appello di Palermo, la vittima aveva già assunto volontariamente la sostanza stupefacente offerta da un soggetto diverso dal ricorrente e lo aveva fatto in un momento antecedente all’incontro con il ricorrente.

Posto che la Suprema Corte abbia confermato la sussistenza del reato di cui all’art. 609-bis c.p. per l’avvenuta violenza sessuale da parte dell’imputato nei confronti della minore che versava in condizioni di inferiorità psichica al momento del fatto, ritiene che non sussista l’aggravante di cui all’art. 609-ter c.p. poiché la vittima non è stata costretta in nessun modo dal ricorrente ad assumere sostanze stupefacenti al fine di compiere o subire atti sessuali.   

La descrizione è stata redatta dalla studentessa Giulia Longo.