Misure per rispondere alle problematiche delle donne vittime di violenza, dei centri antiviolenza, delle case rifugio e degli sportelli antiviolenza e antitratta nella situazione di emergenza epidemiologica da Covid-19

La violenza di genere contro le donne rischia nell’attuale situazione di emergenza di aggravarsi ulteriormente: l’isolamento, la convivenza forzata, le restrizioni alla circolazione e l’instabilità socio-economica comportano per le donne e per i loro figli il rischio di una maggiore esposizione alla violenza domestica e assistita. La prolungata condivisione dello spazio abitativo rischia di determinare non solo un aumento del numero stesso di episodi di violenza, ma anche un loro aggravamento, innalzando il pericolo dell’escalation di violenza che caratterizza le situazioni di violenza domestica. I centri antiviolenza, le case rifugio, gli sportelli antiviolenza e le strutture antitratta sin dal 9 marzo garantiscono continuità di servizio e accesso, pur con l’adozione di misure coerenti con le disposizioni di contenimento previste a legislazione vigente per contrastare l’emergenza epidemiologica, assicurando colloqui e attività di accoglienza e sostegno attraverso modalità alternative (via telefono o con modalità telematiche) e, solo quando se ne ravvisi la necessità, in presenza.

La riduzione dei contatti esterni e la prolungata condivisione degli spazi domestici con il partner maltrattante rendono ancora più difficile l’emersione di situazioni di violenza domestica e assistita: si è registrato, a ben vedere, nelle ultime settimane una diminuzione non solo degli accessi fisici delle donne ai centri antiviolenza e agli sportelli, ma anche delle stesse denunce per maltrattamenti.

A ciò si aggiunge una contestuale riduzione degli interventi da parte delle Forze dell’ordine. Il calo delle denunce (i reati di maltrattamenti contro familiari e con-viventi, denunciati a tutte le Forze dell’ordine, sono passati dai 1.157 dei primi 22 giorni di marzo 2019 ai «soli» 652 dello stesso periodo di quest’anno) e degli accessi non significano purtroppo che la violenza contro le donne sia in regressione, ma sono invece il segnale di una situazione nella quale le donne vittime di violenza rischiano di trovarsi ancora più esposte alla possibilità di controllo e all’aggressività del partner maltrattante. Per far fronte a questa emergenza nell’emergenza il Parlamento e il Governo devono predisporre misure e risorse economiche aggiuntive e procedure più snelle per garantire misure di protezione, sostegno e accoglienza alle donne e ai minori coinvolti, assicurando in particolare l’operatività – in piena sicurezza – delle strutture antiviolenza.

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