L’articolo, dell’11 ottobre 2020, uscito su un celebre giornale nazionale, riporta l’intervista a Paolo Giuliani, il presidente del Centro italiano per la promozione della mediazione. Si tratta di una cooperativa sociale che lavora con i detenuti per reati sessuali allo scopo di fargli acquisire coscienza dell’effettiva gravità delle loro condotte.
Infatti, dall’articolo emerge che i condannati per reati di violenza sessuale sono tendenzialmente convinti di essere vittime del sistema giudiziario e negano di aver agito brutalmente. Inoltre, molto spesso i loro comportamenti sono giustificati anche da amici e familiari, i quali cercano di mitigare l’abuso colpevolizzando la vittima.
L’obiettivo del CIPM è, dunque, quello di ridurre il rischio di recidiva e, in alcuni casi, di bloccare sul nascere gli aggressori dopo il primo episodio di violenza. Il modello del centro è stato promosso a livello regionale e ha avuto un ruolo importante anche durante il lockdown, quando le violenze sono aumentate.
La descrizione è stata redatta dalla studentessa Federica Marino.