Alessandra Cuevas, originaria di Napoli, aveva 9 anni quando insieme alla sorella è stata vittima di abusi sessuali da parte di un vicino di casa. La madre, Teresa Bonocore, ha scelto di denunciare l’uomo, ma in seguito a tale decisione è stata uccisa a colpi di pistola per mano di due sicari mandati dall’autore degli abusi.
Oggi Alessandra ha 26 anni, vive a Salerno ed è una studentessa universitaria alla facoltà diLettere. Dopo molti anni ha trovato la forza di raccontare la storia sua e di sua madre in undocumentario di Real Time intitolato “Alessandra: Il coraggio di una figlia”, rivolto specialmente aigiovani.
Il messaggio che Alessandra vuole trasmettere, su cui insiste nonostante la sua vicenda personale, è soprattutto l’importanza di denunciare ogni forma di abuso quale strumento essenziale per combattere tale piaga.
Alessandra si impegna a testimoniare nelle scuole tramite interventi mirati a sensibilizzare sul tema della violenza di genere. Si tratta di un fenomeno che ha fondamento culturale, la cui prevenzione deve pertanto incominciare fin da piccoli e deve essere indirizzata a tutti senza distinzione di genere. Gli adulti e le scuole hanno un ruolo fondamentale nell’educazione affettiva, efficace mezzo per debellare le violenze, come lei stessa dichiara. In un incontro tenutosi all’Istituto Fantoni di Clusone sottolinea: “quando ci accorgiamo che un bambino o bambina ha atteggiamenti violenti o è molto chiuso bisogna indagare, perchè una cosa che sembra da nulla può portare a problemi più seri”.
Mediante diverse iniziative in ricordo di sua madre, Alessandra Cuevas desidera quindi porsi come faro per le giovani donne che sono costrette a vivere le sue stesse esperienze, aiutandole a uscire dall’ombra e costruirsi una nuova vita.