Nella sentenza, la Corte di Cassazione respinge il ricorso presentato dall’imputato avverso la sentenza di condanna della Corte d’appello per il reato di maltrattamenti in famiglia ex art. 572 c.p., per aver posto in essere nei confronti della moglie un clima di sopraffazione, imponendole un regime di risparmio domestico. Dalle dichiarazioni della vittima emerge che quest’ultima fosse costretta a fare la doccia una volta alla settimana, a utilizzare una sola posata e un solo piatto per il pasto, a comprare prodotti in offerta, a poter usare solo due strappi di carta igienica per potersi pulire, comportando per la vittima la diagnosi di un disturbo post traumatico da stress, culminato in intendi suicidari. La Corte di Cassazione conferma la sentenza di merito, ritenendo integrata la fattispecie penale e motiva la sentenza richiamando l’art 143 c.c., riconoscendo la possibilità per i coniugi di impostare uno stile di vita basato sul risparmio ma non potendolo imporre, soprattutto nelle principali esigenze di vita. Al contrario, è emersa una vera e propria imposizione e coartazione del risparmio domestico, accompagnate da modalità di controllo del marito sulla moglie.
La descrizione è stata redatta dalla studentessa Ylenia Reppucci.