Con la sentenza n. 12066 del 2023, la Corte di Cassazione si pronuncia su un ricorso avverso la sentenza pronunciata dalla Corte di appello di Bari con la quale erano stati riconosciuti, in capo alla donna ricorrente, gli estremi del reato di calunnia. I giudici di merito ritenevano infatti che la donna avesse calunniato l’ex marito in quanto aveva sporto denuncia per le presunte violenze sessuali che questo avrebbe agito nei confronti del figlio minore. La Corte di appello di Bari motiva la propria decisione affermando che la donna avrebbe denunciato in quanto condizionata verosimilmente dalla conflittualità sorta in relazione all’ex marito in seguito al rifiuto di questo di contrarre con lei matrimonio.
La Corte di Cassazione, con un’importante pronuncia che riporta anche nei tribunali nazionali l’esperienza giurisprudenziale e normativa sovranazionale, riconosce – nella sentenza impugnata – una declinazione di quel più generale fenomeno che prende il nome di vittimizzazione secondaria.
Per questo motivo, annulla la sentenza impugnata.