Il figlio minorenne veniva affidato al padre, autore di violenze inaudite nei confronti della moglie, poiché secondo il magistrato i precedenti dell’uomo sarebbero da considerarsi irrilevanti.
Il comportamento della donna, autrice di varie denunce nei confronti del marito, inoltre, è stato considerato dal magistrato un “attacco alla genitorialità”.
In questa vicenda si riconoscono così due fondamentali problematiche: da un lato la vittimizzazione secondaria subita dal figlio (costretto a vivere con il padre violento) e della donna, dall’altro dissuade la donna dal denunciare poiché timorosa della perdita del figlio.
Questo tipo di decisioni si pone, inoltre, in aperto contrasto con l’articolo 31 della Convenzione di Istanbul che vincola i giudici all’obbligo di tenere in considerazione gli episodi di violenza dei genitori al momento dell’affidamento.
La descrizione è stata redatta dalla studentessa Giulia Perelli.