L’articolo analizza la narrazione dei media e dei giornali di un caso di cronaca recente. In particolare, una sociologa propone un’analisi della narrazione distorta nei casi di violenza sessuale. Dalla esaltazione dei carnefici, considerati grandi uomini rovinati dall’accusa di violenza sessuale, fino alla descrizione di donne seduttrici che sfruttano il sesso per rovinare ricchi uomini sprovveduti.
In particolare, nell’analizzare le enormi criticità della narrazione di uno stupro, la sociologa Francesca Coin fa emergere un aspetto chiave. Gli uomini, e in particolari gli uomini di potere, ricevono un’empatia sproporzionata quando si parla di violenza sessuale.
Con la descrizione di uomini, incapaci di gestire i propri istinti sessuali, e la descrizione di donne seduttrici e ingannatrici, si contribuisce a togliere dignità a tutte le donne che subiscono violenza sessuale. Ciò soprattutto quando lo stupro viene descritto con frasi come “le ragazze sapevano che a X piaceva il sesso spinto”, “se prendevano dei soldi lo facevano per prostituirsi”, “se frequenti un certo tipo di ambiente sai a cosa vai in contro”.
Questo genere di narrazione è lo specchio di una mentalità errata radicata nella società. L’unico modo per estirparla è sforzarsi di uscire dal pregiudizio anche a partire da un racconto più oggettivo. La descrizione è stata redatta dalla studentessa Mila Greta Maderna.