Cass. pen., sez. V, 14/09/2020, n. 31273

La Suprema Corte ha stabilito che per la configurazione del delitto di atti persecutori ciò che rileva è la realizzazione di uno degli eventi previsti dalla norma incriminatrice, che hanno medesimo nucleo essenziale rappresentato dallo stato di prostrazione psicologica della vittima di tali condotte.

Ai fini della qualificazione giuridica della condotta persecutoria è del tutto irrilevante il contesto entro cui questa operi assumendo “mero contenuto descrittivo, che peraltro registra ma non limita la varietà degli ambiti fenomenologici, il riferimento a diverse declinazioni del reato, correlate a specifiche “ambientazioni”.

La descrizione è stata redatta dallo studente Giulio Carzaniga.

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